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mercoledì 1 settembre 2010

DOBBIAMO ARRIVARE A QUESTO PUNTO??

Andrea Defranceschi 26 agosto alle ore 15.47


Recinzioni a basso voltaggio elettrico e dissuasori, al posto dei rimborsi pubblici milionari per i danni alle coltivazioni prodotti in Appennino dagli ungulati. È quanto abbiamo proposto nei mesi scorsi, attraverso un'interrogazione alla Giunta regionale, per trovare una soluzione alle scorribande dei cinghiali nei campi delle nostre montagne. Razzie che producono grossi danni alle coltivazioni, anche se è la stessa attività umana a ridurre l'habitat naturale di alcune specie, spingendo gli ungulati a cercare cibo anche vicino alle zone abitate. La legge regionale prevede che gli agricoltori danneggiati presentino denuncia per ottenere i rimborsi: ma questo denaro, sempre più spesso erogato in percentuale molto più bassa rispetto ai danni effettivi subiti dai coltivatori, arriva anche dopo parecchi mesi dalla richiesta. Perchè, allora, invece di ricorrere ad inutili ed intempestive toppe economiche, non pensare alla prevenzione? Andrea Defranceschi, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione, nell'interrogazione, ricorda ad esempio che “un chilometro lineare di recinzione elettrificata a basso voltaggio, alimentata a pannelli solari e dotata di dissuasori acustici ed olfattivi, avrebbe costi contenuti e tempi brevi di ammortamento, e le recinzioni elettrificate costituiscono un valido deterrente nei confronti degli ungulati, risultando tuttavia inoffensive per gli animali e per l’uomo”. Un'idea potrebbe allora essere quella di lanciar incentivi per le reti, invece che continuare a pagare a danni fatti. In tempi di crisi nera e di tagli a raffica in ogni settore, magari nei prossimi anni i due milioni di euro previsti dalla Regione come risarcimenti agli agricoltori potrebbero essere investiti diversamente.




Cinghiali Hanno invaso la Germania Qui ci vuole l' esercito
Repubblica — 31 agosto 2010 pagina 34 sezione: POLITICA ESTERA
UN' ARMATA ha invaso la Germania, l' armata dei cinghiali. Sono almeno 650mila, cioè almeno tre volte quanti erano i soldati dell' Armata rossa schierati nella Ddr durante la guerra fredda. Devastano raccolti e vigneti, sono l' incubo dei contadini, ma ormai sono arrivati anche nelle città. Distruggono giardinetti e orti, si aggirano indisturbati e spesso minacciosi nei parchi pubblici, cercano cibo e caldo ovunque. A Berlino ormai è allarme rosso, e un deputato del partito di maggioranza ha persino chiesto l' impiego dell' esercito contro i suini selvatici. Ma probabilmente non se ne farà nulla: la Costituzione democratica scritta nel dopoguerra vieta ogni uso della Bundeswehr per l' ordine interno. E tra panico e proposte, l' emergenzacinghiali continua. Da secoli, in Europa, la città non è solo il luogo dello sviluppo sociale, ma anche il rifugio degli esseri umani contro le minacce della natura: gli animali selvatici hanno sviluppato un istinto di autodifesa che li porta ad aver paura di entrare negli agglomerati urbani. Ma è proprio questa soglia di paura che in Germania i cinghiali sembrano aver perso. Sempre più spesso entrano in città, soprattutto a Berlino. Cercano luoghi sicuri e caldi per sé e i loro cuccioli, e cibo a portata di mano. Per sfamarsi, devastano tutto. E se si sentono minacciati, o se vedendo esseri umani temono per i loro piccoli, diventano aggressivi. «Ci sono molti più cinghiali oggi che non dieci o vent' anni fa», spiega Andreas Kinsler, studioso della Deutsche Wildtierstiftung, l' associazione che studia i comportamenti degli animali selvatici. 650mila: sono tantissimi,e ogni anno il loro numero cresce del 200-300 per cento. «Nei boschi si contendono il territorio, quando non basta più cercano nuovo spazio vitale, e in città spesso non si sentono minacciati». Anche nella capitale, succede spesso di incontrarli a branchi: papà, mamma e da nove a dodici cuccioli. Si sono abituati alla vita urbana, tanto che prima di attraversare una strada spesso li sorprendia guardarea sinistra e poi a destra. Se li incontri, fanno presto a grugnire minacciosi mostrando le zanne. «I cacciatori non bastano più, ci vuole l' esercito», tuona Norbert Schindler, deputato Cdu. «Hanno distrutto i raccolti, possono diffondere la peste suina, la minacciaè enorme». Toni da grande paura, da guerra fredda contro il nuovo nemico. Nelle campagne devastate,e nelle città dove c' è chi ha paura a inoltrarsi nei parchi, problemi e timori sono reali. Ma su come combattere l' irsuto invasore, il paese si spacca. Il primo a bocciare l' intervento delle forze armateè Kurt Alexander Michael, dirigente dei cacciatori. «Lasciate fare a noi, affidatevi a mani esperte per affrontare il problema», afferma. «O vogliamo forse impiegare bombardieri Tornadoo panzer Leopard 2 contro i cinghiali? La guerra agli animali selvatici non è una risposta al problema». Conflitto di competenze, tipico di un paese aggredito. I cinghiali non si fermano,e anche davanti ai cacciatori si mostrano meno spaventati di prima. L' anno scorso, quando la città di Berlino organizzò battute per abbatterei branchi, uno dei cacciatori più esperti commise l' errore di allontanarsi dal gruppo. Un cinghiale di 200 chili gli tese un' imboscata, gli saltò addosso, e lo azzannò al collo, uccidendolo sul colpo. © RIPRODUZIONE RISERVATA - DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ANDREA TARQUINI BERLINO

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DOBBIAMO ARRIVARE A QUESTO PUNTO????
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